Verlicchi: le nostre critiche sul punto nascita e sulla sanità territoriale in Bassa Romagna
Il punto nascita dell’Ospedale Umberto I di Lugo, come noto, è stato trasferito all’Ospedale di Faenza due anni fa, durante la fase più critica della pandemia da Covid. Abbiamo appreso che la Direzione dell’Ausl, nell’ambito di una riorganizzazione dei servizi di Ostetricia e Ginecologia, ha deciso di trasferire il punto nascita di Faenza presso l’Ospedale di Forlì cui ha affidato la responsabilità organizzativa-gestionale.
All’interno di questo disegno, sembra capire che il punto nascita di Lugo venga accorpato a Ravenna, ma quale continuità potrà avere il processo temporale gravidanza, parto, nascita presso l’Ospedale di Lugo? Nei prossimi giorni, il Gruppo Consigliare Per la Buona Politica provvederà a chiedere spiegazioni al Sindaco – componente del Comitato di Distretto Socio-Sanitario di Lugo –e alla Direzione della AUSL Romagna perché si ritiene che il Consiglio Comunale sia istituzionalmente la sede più idonea per parlarne e assumere le conseguenti determinazioni.
Giova ricordare che, nell’aprile 2019, un mese prima del voto amministrativo, attraverso nota stampa, la Direzione Ausl replicava ai timori delle mamme costituitesi in “Comitato vogliamo nascere a Lugo”, dichiarando: “il punto nascita dell’Umberto I non chiude”. Dal 2020 sappiamo che presso l’Ospedale di Lugo non ci sono più nascite!
Le esperienze maturate negli anni passati e la valorizzazione di una organizzazione che consentiva sicura accoglienza alle gestanti sono un lontano ricordo. Da tempo, Per la Buona Politica sostiene che occorre investire per colmare la carenza di personale medico-infermieristico, dotare il servizio sanitario nazionale di risorse adeguate, potenziare la prevenzione, mettendo al centro dei progetti le persone e il soddisfacimento dei loro bisogni.
La riorganizzazione del Servizio Sanitario pubblico passa attraverso il miglioramento dei servizi, non tramite gli accorpamenti, ma, a esempio, diffondendo sulla territorialità parte degli stessi e operando sinergie tra strutture pubbliche e private accreditate regolate da accordi specifici.
Nella regione Emilia Romagna tale collaborazione è stata perseguita e lo stesso Presidente di Regione Stefano Bonaccini alcuni giorni fa, in occasione di una cerimonia pubblica, ha ricordato che “il sistema sanitario regionale è a centralità pubblica con una collaborazione con il privato accreditato eccellente; infatti durante il Covid abbiamo chiesto al privato una mano e stiamo chiedendo una mano anche oggi per il recupero delle liste di attesa”.
Il potenziamento dell’Ospedale di Lugo, promesso dalla politica locale, non si è pienamente realizzato. Alcune specializzazioni e servizi hanno subito evidenti contrazioni per le quali i cittadini sono obbligati a rivolgersi alle strutture del territorio romagnolo, con conseguenti disagi. Ma non solo: anche la medicina del territorio, dopo 8 anni di proclami, trovasi ancora nella fase embrionale. Le case della Comunità di Lugo e Voltana, così come la legge regionale ha normato, non sono state realizzate, mentre altrove sono sorte numerose in tale arco temporale , soddisfacendo in modo egregio i bisogni socio-assistenziali della popolazione e assolvendo la funzione principale di collegamento tra gli specialisti dell’Ospedale con la medicina di base. In provincia di Ravenna sono presenti in ogni comune escluso Lugo!
La telemedicina, di cui l’Ausl Romagna ha esempi di sperimentazione positiva, nel distretto di Lugo appare solo negli atti aziendali. Nella particolare condizione in cui trovasi la società investita da una crisi economica e di sistema, la salute deve rappresentare per il cittadino una certezza senza la quale vengono meno il concetto di civiltà e democrazia, il sostegno alle fasce più deboli e il diritto primario sancito dalla Costituzione.
Silvano Verlicchi – Consigliere comunale a Lugo Per la Buona Politica