Il sindaco Ranalli condannato. “Inadatto a guidare Lugo”
Conosciamo bene i metodi e il modo di esprimersi di Davide Ranalli e della sua cerchia: per questo esprimiamo solidarietà al consigliere comunale di Ravenna Alvaro Ancisi, offeso e diffamato su Facebook da un’espressione (“cialtrone”) del sindaco di Lugo. La condanna di Ranalli per diffamazione aggravata non ci sorprende: da anni siamo abituati a udire parole in libertà, non rispettose degli avversari e totalmente aliene da un contradditorio civile, sia in sedi istituzionali che sui social network. Un comportamento insolente e moralmente inaccettabile che rendono Ranalli e la sua coalizione indegni e inadatti a guidare una città.
Certi esponenti del Pd evidentemente credevano di avere una sorta di impunità, giuridica e politica, ma il decreto penale di condanna del tribunale di Ravenna, emanato per fatti risalenti al 2015, finalmente pone un freno a chi si comporta come se fosse al di sopra di leggi e regolamenti. Quanto alla resa dei conti politica, il prossimo 26 maggio ci penseranno i cittadini lughesi a restituire a Ranalli e ai suoi quello che hanno avuto in questi anni: un sovrano disprezzo delle opinioni quando non collimano con quelle dell’amministrazione, una derisione costante nei confronti dei rappresentanti di quella parte di Lugo che non si riconosce nell’operato della giunta e che ormai, col malcontento ai massimi storici, possiamo affermare maggioritaria. Non dimentichiamo che solo qualche settimana fa Ranalli e il suo assessore Casamento ironizzavano pesantemente e sguaiatamente sulla pronuncia romagnola di alcuni esponenti della Buona Politica.
Passano gli anni ma i metodi non cambiano e non cambia l’atteggiamento irrispettoso di Ranalli nei confronti di chi ha più esperienza e acume politico di lui e che, anagraficamente, potrebbe essere suo padre. Il sindaco di Lugo, che non perde occasione di ricordare di aver fatto politica fin da bambino, probabilmente ha imparato poco nonostante la lunga militanza. Forse sarebbe stato meglio se avesse frequentato più la scuola che le sezioni di partito dato che anche l’italiano non pare il suo forte: oltre alle espressioni inadeguate che lo hanno portato alla condanna, non possiamo fare a meno di registrare un uso disinvolto della grammatica nelle sue poco eleganti scorribande sui social network, come un qualsiasi ‘leone da tastiera’.
Ma soprattutto, una persona che denigra di continuo gli avversari, che si fa beffe degli altri, che si pone in maniera poco educata nei confronti degli interlocutori, non ha imparato, come si usa dire, a stare al mondo: Ranalli potrà anche ricorrere contro il decreto penale di condanna e alla fine del processo essere assolto (la presunzione di innocenza vale anche per lui, ci mancherebbe) ma resta una persona inadeguata a governare e il miglior giudice in questo senso non è il tribunale di Ravenna ma i cittadini di Lugo che il 26 maggio saranno chiamati alle urne.