A proposito di maggioranza e minoranza

A proposito di maggioranza e minoranza

Se, come scrive il capogruppo del Pd Marta Garuffi, “chi vince progetta e decide disponendo della maggioranza”, è altrettanto lecito ed opportuno che i gruppi consiliari di minoranza esercitino il diritto di critica, oltre ai controlli di legittimità sui provvedimenti assunti da chi comanda, come peraltro prevede il Testo Unico delle leggi sugli enti locali.

Non fosse altro perché la maggioranza assume decisioni che riguardano l’intera comunità e non solo o soltanto la parte dei cittadini che hanno votato per chi ha vinto le elezioni.

Diversamente chi non ha votato gli attuali amministratori si troverebbe a non avere alcuna voce in capitolo e questa prospettiva che pure piace a chi comanda, non è contemplata nei modelli di governo a base democratica.

E’ una regola della democrazia molto semplice, ma che fatica a farsi strada in coloro che hanno una visione riduttiva e limitata del confronto dialettico che si deve sviluppare in democrazia a tutti i livelli; da Roma fino a Lugo.

Così il Consiglio comunale diventa, per chi comanda, un orpello, una sede inutile tanto tutto è già stato deciso in sede di Giunta e dove il dibattito è pressoché assente, eccezion fatta per gli interventi effettuati dai consiglieri di minoranza.

Una sede dove solo alcuni assessori si curano di illustrare i provvedimenti di loro competenza, mentre è sempre più praticato il ricorso alla presenza dei tecnici e del Segretario comunale sui punti e sulle materie più complesse.

Una sede dove il gruppo consiliare di maggioranza si limita, per lo più ad alzare la mano per approvare e si spazientisce se il dibattito sui punti all’ordine del giorno porta via troppo tempo.

In fondo l’unico ed esclusivo ruolo del gruppo consiliare di maggioranza che è quello di votare a favore lo compiono e dunque non si capisce perché le minoranze facciano perdere tempo a persone che il giorno dopo devono andare a lavorare.

Nessuno si è premurato di spiegare a questi signori che non erano affatto obbligati ad accettare la carica di consiglieri comunali e che la stessa comporta una funzione di servizio alla collettività, per il bene stesso della comunità di cui dovrebbero essere i rappresentanti.

E’ una concezione atipica ma che ha fato scuola nel paese, del funzionamento della democrazia; una concezione che vede anticipate sulla stampa le decisioni della maggioranza prima ancora che le stesse vengano discusse in Consiglio comunale.

Una concezione dove la stessa esistenza del Consiglio comunale e del suo ruolo viene vissuta da molti consiglieri che ne fanno parte come una perdita di tempo.

Tanto tutto è già stato deciso da chi governa.

Una concezione che caratterizza anche il dibattito politico che avviene in città.

Il confronto con i lughesi, secondo i dirigenti del Pd, va bene – vedasi le critiche mosse a proposito del questionario distribuito da per la Buona Politica – solo se riguarda iniziative promosse dal Pd e dai suoi alleati; diversamente si viene accusati di un nuovo reato: quello di “indebita appropriazione di spazio politico”.

Quando per la Buona Politica organizzò, nel mese di settembre scorso, l’incontro con i cittadini di Madonna delle Stuoie per parlare della riqualificazione urbanistica dell’ex acetifico Venturi e della necessità di realizzare un sottopasso leggero carrabile fra via Piano Caricatore e viale Masi, l’allora segretario del Pd di Lugo, Maurizio Montanari, si chiese, stupito, cosa sarebbero mai andati a dire quelli della Buona Politica, considerato che molti aspetti della riqualificazione non erano ancora stati decisi in via definitiva.

Della serie, per chi non l’avesse capito, che l’opposizione può intervenire, ma solo a babbo morto, ovvero dopo che chi comanda ha deciso cosa fare.

Fortunatamente per i lughesi Per la Buona Politica ha un concetto di confronto dialettico più ampio e ogni giorno lo dimostra, nei fatti, con le iniziative e l’attività svolta.

Roberto Drei

Consigliere comunale del Gruppo “Per la Buona Politica”